sabato 19 gennaio 2008

Riapertura Teatro Garibaldi


L’anno bisestile porta bene per la Cultura gallipolina. Quella con la C maiuscola. Mentre ritorna proprio da stasera la stagione di prosa “sospesa” lo scorso anno per volontà della vecchia amministrazione comunale e si accelerano i tempi del recupero funzionale del museo civico e della ex biblioteca comunale, la notizia del giorno è quella anticipata dal Commissario prefettizio, Angelo Trovato: il 29 febbraio riapre il Teatro Garibaldi. Sembra ormai tutto pronto, e i lavori di completamento del restauro di uno dei simboli più importanti dell’architettura storica della città, volgono ormai al termine. Un contenitore per troppi anni abbandonato e trascurato, e ad ostacolare il suo recupero anche le ataviche battaglie portate avanti dal Comune per liberare i locali di pertinenza del teatro occupati per anni ed utilizzati come civili abitazioni. Ma ora sembra tutto passato: presto si alzerà il sipario dello storico teatro del 1825, che insiste nell’omonima via Garibaldi che costeggia la sede comunale di palazzo Balsamo. Magari con una nuova veste e dimensione, il teatro Garibaldi potrà tornare ad essere il punto di riferimento per le attività teatrali e culturali in generale, ma sarà attrezzato anche per la video conferenze e magari per incontri culturali di spessore nazionale ed internazionale. E ricordando anche che la riapertura della struttura consentirà anche di avere a disposizione le residenze fisse che potranno essere messe a disposizione delle compagnie teatrali. Il teatro Garibaldi fu costruito da Bonaventura Luigi Balsamo nel 1825, all'interno di una corte cittadina, detta la "curte crande". Sorto a pochi passi dalla cattedrale, l'edificio fu intitolato "Del Giglio", in onore della casa dei Borbone e in omaggio a re Francesco I, ma rimase una struttura privata. Il Cavalier Balsamo, infatti, lo aveva costruito a proprie spese come segno della superiorità della classe nobiliare in un periodo di grande splendore in cui viveva Gallipoli, grazie soprattutto al fruttuoso commercio dell'olio. Nel 1874 divenne comunale e fu ristrutturato dall'ingegnere Bernardini di Lecce. Il teatro fu dunque intitolato a Giuseppe Garibaldi. La struttura all'esterno presenta una facciata in carparo e pietra leccese; su due colonne centrali spiccano metope e corone di foglie d'alloro, mentre un altorilievo raffigura una maschera teatrale. All'interno, il pavimento presenta un movimento romboidale di marmo bianco di Carrara e di grigio. Si notano sei pilastri distribuiti a destra e a sinistra con capitelli ionici, che sorreggono due volte a stella. Di fronte al foyer si aprono due gradinate che portano ai palchi. La sala ha la forma di ferro di cavallo e la sua pavimentazione è costituita da assi di legno in rovere. Ogni ordine di palchi ha una differente decorazione floreale, ma i colori sono comunque prevalentemente il giallo paglierino, l'oro, il marrone e il verde bottiglia. La volta della sala è costituita da più ellissi, di cui quella centrale raffigura tre amorini che cingono una lira, su un cielo azzurro. La struttura che può ospitare 400 persone, ha una platea con 100 posti a sedere.

Nessun commento: